Stava chiacchierando tranquillamente con un'amica, che ha fermato quello che Mila stava facendo e le ha preso la mano, portandola alla porta che conduceva fuori dal ristorante. Abbassandosi, Mila ha appoggiato la borsa sul pavimento e, mentre si spostava per slacciarsi la camicetta, ha attraversato i tavoli. Lì, quelle che avevo immaginato essere le sue mutandine erano a metà delle sue gambe, esponendo i suoi scuri peli pubici. Mila si allungava per slacciarsi il reggiseno, ma si fermava, poi usava la mano destra per spingere in avanti il seno, esponendo il capezzolo scuro e facendo lampeggiare la figa. "Va bene se mi siedo con te?". La ragazza che aveva chiacchierato di nuovo con lei sorrise, indicando la sua amica verso di me. Con un rapido cenno del capo, mi infilai nel sedile, e il ragazzo davanti a me si sentì più a suo agio ad essere il punto focale dell'attenzione. La sorella, però, non era quello che avevo immaginato quando avevo sognato di essere il loro vicino di casa. Mila ha dovuto fare una domanda, poi si è spaventata con uno sguardo di compassione. "Portandola a dare una rapida occhiata, ho capito che Mila non era una ragazza molto carina. Bella in un modo molto strano. Le cime delle sue tette scure cadevano in una piccola pentola sul pavimento, più della metà oscurata da una manciata di fogli. "Tu, stai bene?" Nessuna reazione. Ero un po' sorpreso di trovarmi a sorridere, soprattutto perché il mio sguardo era rivolto ai suoi seni piuttosto grandi...
