Juliered alla fine è uscito e all'improvviso la luce della TV in salotto non era quella di una lampadina alogena, ma quella del cazzo di Jake. Juliered ha gettato la testa all'indietro, ridacchiando, e gli ha sepolto la faccia nel petto. Grazie, non ringraziarmi, continua a farti scopare così. Mi hai sentito, hai sentito tutto. Questo è quello che volevi. Sei una brava ragazza. Ti voglio bene. Voglio che tu finisca, voglio che tu venga. Mettiti a mani e ginocchia e inginocchiati sul pavimento e stendi la figa. Voglio che tu la lecchi e la succhi più forte che puoi. Cazzo, voglio che veniate. Dovresti farlo. Te lo meriti. Il pensiero del suo cazzo che la riempie, crescendo duro e duro come l'ha alimentata nel suo essere inviato un brivido attraverso il corpo di Jake e la nebbia dolce si dissipò lentamente come se ne stavano in piedi. Si baciarono e si separarono, e Juliered tornò in camera da letto e tirò via le lenzuola e le gettò nel cesto della biancheria. Jake era arrivato nello stesso posto in cui era stato prima della conferenza, in piedi nel corridoio, pensando a lei, pensando a come sarebbe stato scoparla mentre le sue mani la tenevano ancora in mano. Non sentiva affatto il bisogno di andarsene. Potevano prenderla con calma e forse, forse, le cose sarebbero andate bene, il suo corpo avrebbe ricordato tutto questo e avrebbe potuto lasciare che si abituasse alla pressione nella sua figa e non volesse dimenticarlo. .